Di JULIANA DE MARI
Durante le mie conversazioni sulla transizione di carriera, le persone mi dicono di essere esauste, e di voler ricominciare in un altro modo, con un altro ritmo, in un nuovo contesto. Alcune vogliono cambiare totalmente il loro stile di vita. Altre desiderano cambiare professione. E poi ci sono quelle che vogliono “solo” trovare un nuovo lavoro, poiché guardandosi intorno, pensano che l’erba del vicino sia sempre più verde.
Sono sincera: a volte, quando parlano così, sembra che cerchino di risolvere il problema con una bacchetta magica; la carica emotiva nei loro discorsi è altissima, ma la volontà di cambiare è in realtà molto più bassa.
Ad ogni modo ciò che riconosco in quei racconti è una richiesta di aiuto, la legittima necessità di intravedere una strategia di sopravvivenza (che si può lavorare concretamente attraverso un processo di coaching). Allora mi domando, com’è possibile permettere alla nostra vita e alle nostre energie di impoverirsi così tanto da arrivare a pensare che non ci sia via d’uscita?
Esiste un aspetto che può spiegare come tutto questo accade, ma esige coraggio, perché bisogna ammettere due o tre verità sul modo in cui funzioniamo. È più facile lamentarsi e continuare a fare le cose nello stesso modo, sperando che qualcosa di eccezionale cambi la situazione (ad esempio, il capo cattivo viene licenziato; l’azienda crea un programma di promozione di massa; la famiglia invadente del marito si trasferisce; l’ex rompiscatole si allontana definitivamente, ecc…), piuttosto che assumersi le proprie responsabilità e fare qualcosa di diverso con i mezzi che abbiamo a disposizione, cercando di disegnare un nuovo cammino.
È contraddittorio, perché la voglia di cambiare è tanta, lo so! Ma è più facile, anche se meno piacevole, svuotarsi di energia e significato, piuttosto che assumere in pieno le redini della trasformazione che vorremmo sperimentare. Forse questo sta succedendo proprio a te. Ma parlo anche della mia storia personale, e di come mi sia sentita bloccata prima di dare priorità al cambio. Nel mio caso, prima di intraprendere un’azione concreta per cambiare la direzione della mia carriera come giornalista (e formarmi come coach), ho girato tanto in tondo, lamentandomi degli altri, sentendomi sfruttata e offesa. Ho messo tutto in questione pensando di fare qualcosa per il mio desiderio di scoprire un nuovo proposito, mentre in realtà stavo solo sprecando energie invano.
Vedo tante persone brontolare senza sosta e perdere energia, poiché non ammettono di aver perso la motivazione nonostante siano contente del settore in cui lavorano. Non sono più produttive. Sì, forse sei arrivato al limite dell’apprendimento e non hai più niente da imparare nel tuo ruolo attuale. In questo caso, dovresti iniziare a cercare alternative. Ma ti sei già fermato a pensare che potresti essere solo stanco, disorganizzato, e che per questo non stia riuscendo ad essere soddisfatto delle tue giornate? Forse non hai bisogno di un nuovo lavoro. Forse hai solo bisogno di iniettare più vita ai tuoi impegni, per contaminare il tuo lavoro di rinnovato entusiasmo.
UNA NUOVA ATMOSFERA
La stanchezza è l’utilizzo eccessivo della propria energia mentale, ed è necessario ridistribuire questo carico in modo più equilibrato se desideri riappropiarti di un sentimento di pace e tranquillità. In altre parole, hai bisogno di imparare ad oscillare, inserire nelle tue giornate un’attività che ti piace opposta a quella che richiede la maggior parte dei tuoi sforzi. Ad esempio, se lavori con il pubblico a tempo pieno, perché non prenderti un momento quando rientri a casa per fare una lunga doccia, rilassarti…e non parlare! Se invece passi le tue giornate sola in ufficio tra strategie di pianificazione, analizzando file Excel, sarebbe ottimo superare la pigrizia e andare a divertirti con gli amici, conoscere gente nuova. Questa è la logica nel trovare rituali o attività di decompressione.
A volte ci concentriamo sempre di più sul lavoro perché “stiamo affrontando molti cambi e ho tante cose da fare”. Puoi persino arrivare a pensare di essere super produttivo, ma, paradossalmente, questo alimenta la situazione di non avere nessun potere sulla propria vita, perché il tempo è una risorsa limitata. Ma l’energia non lo è. Quanto più te ne prenderai cura, più ne avrai per utilizzarla come desideri.
Invece di vedere solo cose da fare, chissà, con anima e corpo più leggeri e alimentati di altri interessi, potresti iniziare a trovare opportunità per creare più momenti di soddisfazione nel tuo lavoro attuale, e affrontare le sfide con più preparazione.
Inizia da dove sei ora; puoi prenderti cura della tua energia da subito, e dopo, quando starai meglio, riflettere su ciò che vuoi davvero faccia parte della tua vita.
Testo tradotto sotto licenza di @prosacoaching. Tutti i diritti sono riservati.
Testo originale: https://revistatrip.uol.com.br/tpm/coaching-emprego-novo-cansaco-mental-falta-de-energia
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