Ti sei già ritrovato davanti una scelta che secondo qualsiasi logica e consiglio portava all’opzione A, ma tu hai invece optato per la B? E nonostante non riuscissi a spiegarlo razionalmente, la tua scelta si è rivelata perfetta? Sì. Sto parlando dell’intuizione. Ma di cosa parliamo esattamente quando parliamo di intuizione? Per il filosofo Henri Bergson (1859-1941), si tratta di imparare riguardo il sapere senza la mediazione della ragione. Qualcosa come una conoscenza istintiva.
Nel frattempo questo “sapere”, associato anche a ispirazione, è difficile da assumere. Durante secoli siamo stati modellati dalla credenza per cui siamo esseri razionali. È ciò che ci distingue, la nostra superiorità e leadership di fronte agli altri esseri animali. Dunque dovrebbe essere corretto che quando si opta per una decisione intuitiva, si cerchino giustificazioni razionali per spiegare quella decisione agli altri (o persino a se stessi). Solo più tardi, avvolti nei nostri pensieri più profondi, assumiamo finalmente che quelle spiegazioni razionali non erano vere.
Non razionalizzare!
Se assumessi di essere stato guidato dall’intuizione, o semplicemente incarnassi il personaggio Chicó di Ariano Suassuna*, “non so, so solo che è così” saresti già più tranquillo. Forse potresti sperimentare un leggero sconforto per non saperti al comando della tua vita. Che sia per ignoranza o insicurezza, l’intuizione non è ben vista, non gode di credibilità. Forse l’intuizione è più tollerata nella donna, ma lo stesso poco apprezzata. Si riconosce l’intuizione femminile, così come si riconoscono la sua sensibilità e debolezze. Lo stesso Henri Bergson ha vissuto questo preconcetto. Pensatore brillante, studiato fino ai giorni nostri, fu una specie di filosofo-celebrità. Nonostante ciò, i suoi critici cercavano sempre di evidenziare che il pubblico delle sue conferenze fosse principalmente femminile, un modo di sminuire la qualità del suo pensiero.
Instinto + intuizione + ragione
Nonostante lo scetticismo, l’intuizione è da sempre parte dell’essere umano. Nella preistoria, si contava sull’istinto per sopravvivere in un mondo sfavorevole e pericoloso. Ma con l’istinto c’era anche l’intuizione, o il pensiero non cosciente. In seguito all’evoluzione, l’homo sapiens, ha costruito strumenti, creato lingue, sviluppato il pensiero astratto e consolidato conoscenze. Era arrivata l’era della conoscenza, della mente razionale, del primato dell’intelletto. Qui l’istinto smise di rimanere in primo piano, e insieme a lui, l’intuizione. Ma anche se relegata, l’intuizione rimane, aleggia sull’istinto e la razionalità.
Radura nella foresta
Nonostante la filosofia di trattare poco l’intuizione, questa si è generosa nel mostrare il suo terreno. Platone scrive che l’uomo è composto da due parti. Siamo un corpo e un’anima dove il corpo è inserito. Il corpo è legato al temporale, al mondo materiale, alla nostra animalità; l’anima è una specie di frammento dell’intelligenza universale. Per Platone, siamo l’unico essere vivente ad avere temporalità ed eternità abitando insieme.
Altri filosofi, come il tedesco Kant, inseriscono l’essere umano nelle categorie immanente e trascendente. Vive nel presente, è materiale, è mortale, sono caratteristiche immanenti. Sono percepite dai sensi, da ciò che è reale, ciò che si vede. Ma l’essere umano ha anche una parte che va oltre tutto ciò. Può trascendere questo limite materiale. Alcuni chiamano questa possibilità “spiritualità”. Heidegger lo definisce come condizione di "apertura". L’essere umano ha un’apertura per la trascendenza, per il divino. È una “radura nella foresta”, un cammino disponibile per l’uomo, che può percorrere o semplicemente guardare da lontano. Ma è lì. Tutti questi concetti descrivono il luogo dell’intuizione.
Intuizione cercasi
Ma perché parlare di intuizione in un mondo eccessivamente tecnologico e complesso, dove il tema caldo è la meraviglia delle macchine e il potere dell’intelligenza artificiale? Esattamente per questo motivo. La mente razionale è potente, ma limitata. Non riesce a gestire la complessità e il volume astronomico di informazioni. Sorge dunque una specie di salvataggio dell’intuizione, e questa diventa il grande fattore di differenza per l’essere umano. Tanti stanno tornando ad Albert Einstein, praticamente l’unico uomo della scienza che riconobbe il potere dell’intuizione. Secondo lui, l’intuizione è un dono divino. E guarda che coincidenza: contemporaneo di Albert Einstein, Henri Bergson discusse con lui la natura del tempo. Studi recenti ammettono che una buona intuizione amplifica la qualità, precisione e capacità di decisione, e inoltre, migliora l’applicazione delle conoscenze accumulate.
Io intuisco….
E non è soltanto nei grandi drammi individuali dove l’intuizione si rivela necessaria. L’industria farmaceutica, le imprese di innovazione, l’industria creativa, il mondo corporativo...tutti inseguono l’intuizione. Il problema è che non si sa come accedervi, ma esistono delle piste. Si sa ad esempio, che si ha bisogno di un contesto specifico. L’intuizione da il meglio di sè solo nel silenzio, nell’ozio, nella leggerezza. Per accedervi, è necessario connettersi con se stessi, essere disponibili a vederla. Ti mostro qui di seguito alcuni possibili terreni di intuizione.
Non fare nulla
Riserva del tempo per non far nulla.. Siediti su una panchina di un giardino o di una piazza, prendi un caffè con calma...e spegni il telefono. Libera la tua mente e rilassati. Se qualcuno ti guardasse come se fossi un extraterrestre, non ti preoccupare. Resisti!
Divertiti
Hai perso la capacità di giocare? “Così non va” direbbe Einstein. Abbraccia lo spazio per il ludico, molti musei offrono performances interattive. Se hai figli, ottimo, lasciati coinvolgere nel loro mondo. Se non ne hai...fallo con un nipote, o con figli di amici.
Cura e rifugio
Non esiste luogo migliore per praticare l’astrazione dal tempo che la natura. Cerca di fare delle camminate, senza telefono né musica. La natura e l’intuizione condividono lo stesso ritmo.
Che pigrizia!
Archimede era in una vasca quando gli venne in mente la soluzione del problema. Quando gridò “eureka!” era ancora bagnato e seminudo. Dimentica tutto ciò che hai interiorizzato sulla pigrizia. È un preconcetto del passato, oggi è un lusso, un indicatore di salute. Il cervello dell’essere umano moderno ha bisogno disperatamente di riposo.
Coltiva la libertà intellettuale
Sviluppa ed esercita la capacità di astrazione, l’anticamera dell’intuizione. Hai un corpo schiavizzato da un grafico spazio/tempo, ma la tua mente è libera. Leggi libri su temi distanti dalla tua professione, dal tuo tempo e dalla tua realtà. Dedicati a un libro scritto da qualcuno che ha vissuto più di 2000 anni fa, o da autori con una cultura molto diversa dalla tua, come i romanzieri russi.
A questo punto penso tu abbia percepito il problema. Oggi questi stati o esercizi sono rari. Per alcuni, sono una specie di follia. Ma non esiste un cammino alternativo. Per creare il nuovo, l’impensabile, l’imprevedibile, la ragione non funziona. Per imparare la grandezza della realtà, la sua forza, la sua complessità, la sua bellezza...Abbiamo bisogno di qualcosa di più della razionalità. Abbiamo bisogno di intuizione.
* Ariano Suassuna è un noto drammaturgo, romanziere e poeta brasiliano.
Testo tradotto e pubblicato sotto licenza della rivista brasiliana Vida Simples (@vidasimples). Tutti i diritti sono riservati.
Testo originale: https://vidasimples.co/colunistas/intuicao-essa-dadiva-divina/
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